Piero

Ci sono auto e Auto
Quelle che ti portano da A a B, quelle che ti portano da A a B in modo tutto particolare, e quelle che speri ti portino da A a B, se possibile anche in un modo particolare.

Della prima categoria fanno parte le “auto con in cappello”, quelle guidate dai dolci nonnini per andare alla bocciofila, oppure per andare a prendere la pasta per la dentiera, ma, sempre, rigorosamente, guidate con il cappello in testa.
Della seconda categoria fanno parte le auto emozionanti, quelle che quando accendi il motore… il rombo ti fa venire la pelle d’oca, quelle che quando le guidi ti senti Michael Schumacher, quelle che capisci cosa rende diversa un’automobile diversa da una lavatrice… l’anima!

Della terza categoria… beh…
Pensate di pianificare 14000km dei quali la metà su “strade” con voragini, fango, erba, terra… senza il benché minimo supporto tecnico… sperando che il cielo te la mandi buona.
Con che mezzo affrontereste tutto questo? Hummer, Patrol, Land cruiser, Rubicon, Range Rover…. Facile no?
Esatto… troppo facile!
Ed ecco a voi PIERO, passaporto ambulante per l’olimpo del motorismo!
Il mezzo si presenta con arroganza e ignoranza indomite: 1 tonnellata circa di autentico acciaio nipponico edochiano, plasmato in una forma palindroma da menti tanto geniali quanto squilibrate.
Centraline, assistenze computerizzate, servocomandi e tutte quelle diavolerie che hanno trasformato una generazione di guidatori in rammolliti e pavidi mezzuomini sono ridotte al minimo: qui, anche solo per girare lo sterzo da fermo, devi aver fatto training autogeno e fisico che Conor Mcgregor lèvati.
Motore EURO-scettico, da far invidia al più sadico Obergruppenführer.
Se riesci ad accendere il motore (e devi essere uno che non si arrende), avrai l’emozione di essere avvolto da un profumo di idrocarburi incombusti e monossido di carbonio che a confronto un Maico 700 2t ha un’unità pulita e parca nei consumi.
Per cambiare marcia non devi mostrare nessuna incertezza: se la leva del cambio (un’ astina di ferro svergolata stile stuzzicadenti) percepisce in te il tarlo del dubbio, o se sbagli l’innesto di pochi millimetri, si pianta in seconda e ti tocca farti 400 km a 15 all’ora.
La tenuta di strada è quella di un orso.
Ubriaco.
Bendato.
Con la labirintite.
E i pattini.
Lanciato sulla discesa dello stelvio.

Ghiaccio e neve, affrontabili dal sistema 4×4 che tutto il mondo gli invidia, saranno per lui una pinzillacchera ma solo previa benedizione mista, da parte di almeno 3 ministri di culto di religioni diverse. Poderosi freni posteriori a tamburo garantiscono il brivido del rischio anche su fondo asciutto e a basse velocità.
Interamente riparabile a mano, in ogni sua parte, a chiunque provvisto di fucina e di nozioni elementari di metallurgia e di elettricità.
Le parti più lussuose sono fatte in autentica, rarissima e raffinatissima plastica degli anni ’90.
A prova di incidente (speriamo), è in grado di sbriciolare all’impatto qualunque auto plasticosa fabbricata dopo il 1990, e con 4 martellate torna come nuovo.

C’è chi dice che tutti i percorsi che già ora sanno ne ospiteranno il passaggio si stanno autoriparando, per timore che la sua coppia titanica possa ulteriormente compromettere il fondo stradale.

Sarà vero? Seguiteci e lo saprete!